Comprendere e Affrontare il Disturbo da Alimentazione Incontrollata
Indice dei Contenuti
- Cos'è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata?
- Cause e Fattori di Rischio
- Impatti sulla Salute
- Strategie di Gestione
- Conclusione
Cos'è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata?
Il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) è un problema psicologico caratterizzato dal consumo di grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo, accompagnato da una sensazione di perdita di controllo sull'atto alimentare. A differenza della bulimia nervosa, questo disturbo non è seguito da pratiche compensatorie come il vomito autoindotto o l'eccessivo esercizio fisico.[1] L'esperienza di Carla è un esempio tipico: dopo una giornata stressante al lavoro, si trova improvvisamente a consumare una scatola intera di biscotti seguita da una vaschetta di gelato, nonostante non avesse particolarmente fame. Questa compulsione a mangiare è spesso accompagnata da sensi di colpa e vergogna.
Uno degli aspetti distintivi del DAI è proprio il circolo vizioso che si crea: i sentimenti negativi come vergogna e colpa aumentano il disagio psicologico, che a sua volta può portare ad ulteriori episodi di abbuffata. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), per diagnosticare il DAI, gli episodi di abbuffata devono verificarsi almeno una volta alla settimana per un periodo minimo di tre mesi.[2]
Cause e Fattori di Rischio
Le cause del DAI sono complesse e multifattoriali, comprendendo aspetti genetici, psicologici e ambientali. Studi recenti suggeriscono un forte componente ereditaria: le persone con familiari affetti da disturbi alimentari hanno una maggiore probabilità di sviluppare il DAI.[3] Gli stress emotivi, come lutti o fallimenti personali, possono fungere da innesco per le abbuffate compulsive. Inoltre, il trauma e le esperienze di vita difficili possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo.
Maria, ad esempio, ha iniziato a soffrire di DAI dopo la perdita di un caro amico. Il cibo è diventato il suo rifugio, una via di fuga temporanea dal dolore che sentiva. Queste esperienze personali mostrano come le emozioni non processate possano sfociare in comportamenti compulsivi. Non va sottovalutato neanche l'impatto dei fattori culturali e sociali: in una società che spesso promuove ideali di bellezza irrealistici, la pressione a conformarsi può alimentare l'ansia e, di conseguenza, episodi di alimentazione incontrollata.
Impatti sulla Salute
Il disturbo da alimentazione incontrollata ha numerosi impatti deleteri sulla salute, sia fisica che mentale. Dal punto di vista fisico, il rischio di obesità, diabete, ipertensione e altre malattie croniche è significativamente aumentato.[4] L'obesità, a sua volta, può portare a problemi articolari e di mobilità, rendendo difficile l'attività fisica regolare.
Sotto il profilo psicologico, il DAI è spesso accompagnato da depressione, ansia e bassa autostima.[5] Molte persone colpite si sentono intrappolate in un ciclo di abbuffate e sensi di colpa, che aggrava ulteriormente il loro stato mentale. È importante cercare aiuto prima che il disturbo porti a conseguenze irreversibili. Se senti che il DAI sta influenzando la tua vita, è fondamentale rivolgersi a un professionista della salute mentale per ricevere il supporto adeguato. Puoi trovare il giusto psicologo per te tramite questo questionario su FREUD.
Strategie di Gestione
Gestire il disturbo da alimentazione incontrollata richiede un approccio integrato che potrebbe coinvolgere la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la psicoterapia e il supporto nutrizionale. La CBT è particolarmente efficace nel modificare i comportamenti disfunzionali e migliorare la regolazione emotiva.[6] Simona, che ha seguito un percorso di CBT, racconta come ha imparato a identificare i suoi pensieri intrusivi legati al cibo e sostituirli con strategie costruttive come la meditazione e l'attività fisica regolare.
Oltre alla terapia individuale, i gruppi di supporto offrono un ambiente sicuro in cui condividere esperienze e sentimenti con altri che vivono situazioni simili. Gli incontri di gruppo aiutano a combattere il senso di isolamento e forniscono strumenti pratici per affrontare le situazioni quotidiane. È essenziale mantenere una comunicazione aperta con il proprio medico e dietista per monitorare i progressi e fare aggiustamenti al piano terapeutico quando necessario.
Conclusione
Il disturbo da alimentazione incontrollata è una patologia complessa che richiede interventi mirati e personalizzati. Se pensi di soffrire di DAI o conosci qualcuno in difficoltà, non esitare a cercare supporto professionale. Trovare il terapeuta giusto è un passo fondamentale: inizia completando il questionario su FREUD per identificare lo specialista più adatto alle tue esigenze. Ricorda, affrontare questo disturbo è possibile con il giusto aiuto e supporto.
Riferimenti Bibliografici
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.).
- National Institute of Mental Health, Disturbo da Alimentazione Incontrollata: Cause e Trattamenti, (2020).
- Striegel-Moore, R. H., & Bulik, C. M. (2007). Risk factors for eating disorders. American Psychologist.
- Hudson, J. I., Hiripi, E., Pope, H. G., & Kessler, R. C. (2007). The prevalence and correlates of eating disorders in the National Comorbidity Survey Replication. Biological Psychiatry, 61(3), 348-358.
- Wilfley, D. E., et al. (2003). A cognitive-behavioral therapy for binge eating disorder guided self-help and group disorder is a one-mode delivery psychotherapy. Journal of Consulting and Clinical Psychology.
Attenzione, questo contenuto non è stato controllato dal comitato scientifico di Freud. Questo testo è stato prodotto a solo scopo divulgativo e non costituisce un parere medico. Se pensi di aver necessità di supporto psicologico, consulta uno psicologo psicoterapeuta di Freud.
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