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Ruminare: riflessioni infinite e come liberarsene

Cos'è ruminare?

Il termine ruminare può sembrare curioso, eppure nel contesto psicologico esso rappresenta un fenomeno mentale piuttosto comune. Ruminare, in psicologia, si riferisce all'abitudine di ripercorrere ripetutamente una determinata situazione o pensiero senza arrivare a una soluzione. Questo comportamento è una delle principali caratteristiche del disturbo depressivo e ansioso, causando una spirale di pensieri negativi che sembrano non avere fine (Nolen-Hoeksema, 2000) [1].

Per visualizzare meglio, immaginate di essere in un parco tranquillo. Un lieve vento muove le foglie degli alberi quando, all'improvviso, il pensiero di un errore commesso al lavoro la settimana scorsa riappare. Iniziate a pensare a cosa avreste potuto dire o fare diversamente, e mentre cercate di rilassarvi, siete già immersi in un vortice di autoaccuse che vi impediscono di godervi il momento.

La ruminazione è come un cerchio vizioso, un continuo rimuginare che impedisce al cervello di riposarsi, muovendo in direzioni che peggiorano l'umore. Perché siamo portati a farlo? Gli studi suggeriscono che può essere un meccanismo evolutivo di soluzione dei problemi che, però, quando mal gestito, si trasforma in una trappola mentale (Papageorgiou & Wells, 2004) [2].

Per chi sente che questo è un problema nella propria vita, è possibile rivolgersi a un professionista che può aiutare. Vi invitiamo a compilare il questionario su FREUD per trovare lo psicologo più adatto a voi.

Effetti del ruminare

La ruminazione ha molteplici effetti negativi sulla nostra salute mentale e fisica. Una delle conseguenze più note è il mantenimento e l'aggravamento di stati depressivi. Quando si ruminano pensieri di tristezza o fallimento, si tende a intensificare questi sentimenti, facendo impennare il rischio di sviluppare depressione (Just & Alloy, 1997) [3]. Un altro effetto collaterale è l'aumento dell'ansia, poiché la ruminazione alimenta le preoccupazioni continue piuttosto che risolverle.

Un esempio che possiamo considerare è quello di Anna, una giovane professionista che, a causa della ruminazione su un litigio con un collega, ha sviluppato insonnia. La sua mente tornava costantemente alla discussione nonostante cercasse di concentrarsi su altro, il che l'ha portata a sentirsi esausta e meno produttiva al lavoro. La ruminazione, quindi, non solo minaccia il benessere mentale, ma si estende al fisico, causando sintomi come tensione muscolare e affaticamento.

Essa può anche influire sui rapporti sociali. Gli individui che ruminano spesso si isolano per evitare di dover spiegare o difendere i propri pensieri e comportamenti ripetiti. Questo isolamento può portare a relazioni interpersonali più deboli e a un minore supporto sociale, due elementi cruciali per la salute mentale.

Se vi riconoscete in queste situazioni e sentite che la vostra salute ne sta risentendo, non esitate a chiedere aiuto. Compilate il questionario su FREUD per individuare lo psicologo ideale per il vostro problema.

Strategie per gestire il ruminare

Fortunatamente, ci sono diverse strategie che possono aiutare a gestire la ruminazione. Una delle tecniche più efficaci è la mindfulness. Secondo Segal et al. (2002) [4], la consapevolezza può interrompere il ciclo della ruminazione. Quando si pratica mindfulness, si coltiva la capacità di concentrare il proprio pensiero nel momento presente, piuttosto che soffermarsi su pensieri passati o futuri.

Un altro approccio è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta le persone a identificare e modificare i pensieri ruminativi negativi, sostituendoli con alternative più sane e costruttive. La CBT può essere particolarmente utile per chi soffre di depressione e ansia concomitanti.

Potrebbe anche essere utile coltivare hobby e attività che vi immergono nel momento presente, come la scrittura creativa, il disegno o lo sport. Prendersi cura del proprio corpo e della propria mente non solo contribuisce a ridurre la ruminazione, ma favorisce anche una migliore qualità della vita complessiva.

È importante ricordare che ognuno è diverso. Ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. Ecco perché consultare un professionista può aiutarvi a sviluppare un piano personalizzato per gestire questa abitudine mentale. Vi consigliamo di raggiungere uno psicologo tramite il questionario su FREUD.

Attenzione, questo contenuto non è stato controllato dal comitato scientifico di Freud. Questo testo è stato prodotto a solo scopo divulgativo e non costituisce un parere medico. Se pensi di aver necessità di supporto psicologico, consulta uno psicologo psicoterapeuta di Freud.

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